Raoul Bova a Belve: “Io gay? Ecco cosa era successo”
02 Ott 2023 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti
Questa sera (martedì 3 ottobre) Francesca Fagnani tornerà con una nuova puntata di Belve e fra gli ospiti ci sarà anche Raoul Bova.
L’attore è stato messo davanti a una sua vecchia intervista rilasciata a Vanity Fair dove aveva dichiarato: “Io e Chiara ci stiamo separando ma io non sono gay“. La Chiara citata è ovviamente la sua ex Chiara Giordano. “Diciamo che in quel periodo non si ha la lucidità per dire sempre delle cose esatte“, ha risposto l’attore visibilmente imbarazzato, “Ho semplicemente smentito quello che si diceva su di me. Molti parlano di questo lato un po’ così, ma ognuno la pensa come vuole”.
Un’anticipazione dell’intervista di Raoul Bova a #Belve.
L’attore ritorna sugli articoli che dicevano fosse gay, durante la separazione dall’ex moglie. https://t.co/Wfivu8bAES
— Cinguetterai (@Cinguetterai) October 2, 2023
Nel corso dell’intervista Raoul Bova ha poi parlato del suo attuale rapporto con Rocío Muñoz Morales, iniziato subito dopo la fine del suo matrimonio.
“Abbiamo superato a volte lo scetticismo sulla nostra storia, a volte qualche attacco, e devo dire che siamo andati avanti bene e credendo in noi stessi. Le cose, quando si lascia passare il tempo e si dimostrano con i fatti, funzionano”. Sulla sua immagine da conquistatore l’attore ha smentito: “Evito di creare situazioni che possono diventare ambigue”. Quando Francesca Fagnani gli ha chiesto: “Quindi non ci prova?” lui ha risposto: “No, ma neanche dò l’opportunità di provarci ad alcune persone. Con amiche o conoscenti non cerco mai di creare una situazione ambigua”.
Raoul Bova, le dichiarazioni del 2013
“Lo dico apertamente, mi piacciono le donne. Se fossi omosessuale, credo che non avrei nessun problema a riconoscerlo. O forse non lo direi: perché questo obbligo di dichiararsi, di giustificarsi? Nessuno va in giro a dire: piacere, sono etero. Più di metà dei miei amici sono gay. Persone con cui sono cresciuto e andato a scuola, con cui lavoro. È per loro, soprattutto, che mi fa ribrezzo questo modo razzista e retrogrado di usare l’etichetta di omosessuale come una macchia inconfessabile, come una peste”.
