Paolo Bonolis: “Ecco perché Ciao Darwin in Cina è andato male”

13 Giu 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 3 minuti

paolo bonolis bsmt

Paolo Bonolis oggi è stato ospite di Gianluca Gazzoli nel podcast Passa dal BSMT dove ha parlato di tv e dei suoi programmi. Il conduttore ha poi criticato i format (qua la lista dei 10 più venduti di sempre) sostenendo che siano un po’ noiosi.

“Com’è adesso la televisione? Un po’ come vuole essere. C’è differenza con la televisione con cui ho iniziato, all’epoca era pionieristica. […] Oggi si cerca di fare qualcosa di nuovo molto meno, più che pionieristica è coloniale, un po’ noiosetta forse. Quando cerchi di inventare qualcosa di nuovo passi sempre dalla forca della convenienza, per questo oggi si prendono spesso i format dall’estero. Quando hai un format sai già quale sarà il tuo pubblico, hai tutti i dati di riferimento e di commercializzazione del prodotto. Ma così è noiosetta. Quando Mediaset mi ha proposto il preserale mi ha offerto quattro format, io gli ho risposto che non volevo neanche vederli e che se avessi avuto un’idea me la sarei scritta da solo. E così è nato Avanti un Altro, una follia degenerata. Però mi appartiene, ormai sono 13 anni che va in onda, va benissimo, ci divertiamo, è un’altra dimensione e la gente viene con piacere perché si diverte, a noi del gioco non frega niente, l’importante è ciò che succede”.

Paolo Bonolis ha poi sottolineato che anche quando ha lavorato con format o programmi di altri lui è sempre riuscito a stravolgerli. “Quando ho fatto Sanremo l’ho riscritto completamente, così come Striscia, Affari Tuoi.. In Affari Tuoi secondo me hanno messo troppa roba“.

Paolo Bonolis, il rapporto con le critiche e Ciao Darwin

“Le critiche? Posso accettare di stare sulle scatole a qualcuno, quando sali su un palco devi accettare sia gli applausi che i fischi. Gli haters non esistono, esistono persone che la pensano in un altro modo. Non capisco solo perché urlarmelo in faccia, anche a me non piacciono molte cose che però non guardo proprio, dovrebbero proprio non guardarmi”.

E su Ciao Darwin:

“In tv non faccio il vigile urbano, mi spendo e spendersi a 40 anni non è come spendersi a 60 anni. Una puntata di Ciao Darwin mi costa parecchio di energie. La prima edizione abbiamo fatto Bianco contro Neri, Gay contro Etero.. Temi che mai erano stati affrontati, ma sempre con quello spirito giocoso. Il senso è che mettere gli uni contro gli altri è una grande c4zzata anche perché quando giocano insieme si accorgono che siamo tutti uguali. […] La cosa che ci accomuna è che siamo tutti diversi, sai che p4lle se fossimo tutti uguali. […] Il format lo abbiamo venduto in quasi tutto il mondo tranne che in Cina, là non ha funzionato: hanno fatto solo tre o quattro puntate. Lì c’è solo cinesi contro dissidenti, una rottura di p4lle”.

E Ciao Darwin cinese è esistito davvero.

Ecco l’intervista completa:

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