Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch: i protagonisti della nuova serie di Ryan Murphy
16 Gen 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 4 minuti
Ryan Murphy dopo il successo di Jeffrey Dahmer racconterà per Netflix anche la storia Lyle e Erik Menéndez con la prossima stagione di Monster. A interpretare i due fratelli che nel 1989 uccisero i genitori sono Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch.
La prima stagione di Monster è diventata una delle serie Netflix più viste di sempre con 1 miliardo di ore guardate in soli 60 giorni.
La stagione di Netflix Monsters: The Lyle and Erik Menéndez Story parlerà come da titolo di Lyle Menéndez e Erik Menéndez, due ergastolani americani che sono finiti dietro le sbarre per aver ucciso i genitori nel 1989. Un caso che ha tenuto incollati gli americani davanti la tv per anni, dato che prima i due fratelli negarono di averli uccisi e poi confessarono, parlando però di abusi subìti da parte del padre.
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Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch, la storia vera di Lyle ed Erik Menéndez
“È iniziato tutto il 20 agosto del 1989 quando, dopo una telefonata agghiacciante che arriva alla polizia di Beverly Hills, vengono trovati i corpi senza vita di José Menendez e Louise “Kitty” Andersen all’interno della loro villa” – si legge su Today – “A ucciderli un’arma, un fucile a pompa che con svariati colpi sparati da vicinissimo, ha massacrato i corpi di queste due persone dentro le mura della loro casa lussuosa”.
E ancora:
“A trovare i cadaveri furono i due figli della coppia, che, dopo essere usciti per andare al cinema, rientrano subito perché si accorgono di aver dimenticato a casa i documenti. Qui trovano i due corpi dilaniati dai proiettili e chiamano subito la polizia. Si pensa, inizialmente, a un delitto mafioso a causa dei colpi sulle ginocchia, marchio di fabbrica di questa tipologia di crimini legati alla mafia e poi José aveva dei contatti con il crimine organizzato locale.
I due fratelli, sotto shock per l’accaduto, inizialmente non vengono neanche considerati come possibili assassini e iniziano, quindi, a godere dell’ingente patrimonio dei ricchi genitori prendendo anche un esperto per eliminare l’ultima versione del testamento della madre che li escludeva dall’eredità. Passano sei mesi tra vacanze extra lusso in giro per il mondo, acquisti folli e una vita di sfarzi spendendo una cifra pari a circa 700mila dollari”.
La svolta del caso
“A questo punto, però, la polizia inizia a insospettirsi e scopre, dopo alcune indagini, che le armi usate per uccidere Josè e Kitty erano stato comprate proprio dai loro figli Lyle ed Erik poco prima della loro morte. Inoltre, viene anche rintracciato il tecnico che aveva aiutato i fratelli a cancellare il testamento anche se questo, non confesserà. A riuscire a ottenere la confessione finale del delitto sarà solo il dr. Oziel, lo psicologo di Erik che porta il ragazzo a confessare tutto il piano per l’uccisione dei genitori dall’acquisto delle armi ai vestiti puliti preparati per cambiarsi subito dopo l’accaduto, all’alibi del cinema e dei documenti dimenticati. Erik confessa anche si non essere riuscito a uccidere Kitty ma che fu Lyle a spararle in viso senza alcun rimorso. Dopo la prima confessione, lo psicologo inizierà a registrare ogni seduta ma senza rivelare la verità alla polizia per paura di ripercussioni sulla sua vita. A denunciare tutto alla polizia, però, sarà la segretaria dello psicologo, anche sua amante. Così, la polizia, con in mano la confessione potrà arrivare all’arresto.
Durante il processo, Lyle ed Erik hanno sempre mantenuto un atteggiamento di spavalderia, quasi ridendo di fronte al giudice. Ma le registrazioni dello psicologo erano schiaccianti quindi la difesa sembrava praticamente impossibile. I fratelli Menendez cambiarono spesso versione dei fatti fino ad arrivare a dire, nel luglio 1993 di aver ucciso i genitori per legittima difesa dopo abusi mentali, fisici e sessuali da parte del padre e della madre che, sapendo tutto, non li ha mai difesi. Queste testimonianze sono così dettagliate da sembrare sincere anche se, furono messe in dubbio dal fatto che i ragazzi non parlarono mai di queste cose dallo psicologo”.
La fine e la serie Netflix
“A condannarli, però, fu altro. Lyle ed Erik Menendez avevano affermato di aver acquistato le armi tre anni prima dell’omicidio per difendersi dagli abusi del padre ma gli avvocati dell’accusa riusciranno a provare che quel negozio era chiuso il giorno in cui i due hanno dichiarato di aver comprato le armi. Così, i due, vengono ritenuti colpevoli e condannati, nel 1996, all’ergastolo”.
Il caso dei fratelli Menéndez che vedremo su Netlix è stato già messo al centro di una popolare serie TV, quando nel 2017 fu realizzata Law & Order True Crime: The Menéndez Murders.