Mahmood: la difficoltà ad innamorarsi e quel gruppo su WhatsApp che si chiama Anna Tatangelo

22 Mag 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

mahmood

Mahmood dopo aver conquistato il Forum di Milano e tre dischi di platino per Tuta Gold conquistato anche la copertina di Vanity Fair.

“Se vivo in una sorta di clan di amici? Sì. Siamo un po’ bizzarri, è vero. E sì, questa idea di famiglia, di clan mi piace. Tutto è iniziato quando mi sono trasferito nella mia prima casa, quella che poi purtroppo è bruciata. Per riunirsi, per comunicare, il clan utilizza le chat. C’è n’è una che si chiama Anna Tatangelo: è nata perché spesso quando ci troviamo facciamo karaoke e le canzoni di Anna sono le preferite di molti di noi. Cantiamo, giochiamo a Uno, si cazz3ggia, si parla. Ogni tanto usciamo e andiamo in Porta Venezia. […] A cena succedono sempre cose diverse, ogni tanto questo scorrere di eventi si interrompe, ogni tanto invece andiamo a cena fuori o da un amico. In molti vanno a letto presto, io no”.

Mahmood ha poi rettificato una sua vecchia dichiarazioni sul fatto che farebbe fatica ad innamorarsi: trova sì difficoltà, ma ora ha imparato a gestire tutto.

“Fatica ad innamorarsi? Allora, non è proprio così. Diciamo che ho vissuto anni interi di chiusura e sfiducia. E forse mi è rimasta la paura che una cosa bella possa finire. Dopo il successo di Soldi divenne difficile gestire la fama e le relazioni. Ma oggi so come gestire il tutto e ho imparato anche ad affrontare le nuove conoscenze. […] Io padre? Al momento mi sento più figlio di me stesso. Vuol dire che devo ancora imparare a curarmi, a prendermi cura di me. Spesso non lo faccio”.

Il cantante ha poi svelato che il suo momento peggiore è stato quando gli è bruciata la casa. “Il peggiore quando è bruciato il mio appartamento. Ho provato che cosa significa la fine, vedere qualcosa che ti viene portato via. È stato terrificante e insieme illuminante, perché mi ha fatto capire che mi piace fare tabula rasa, ripartire da zero. Ogni volta. Azzerare tutto e ripartire può essere liberatorio. Il momento più bello è più difficile“.

 

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