Luigi Mangione, un amico svela alcuni suoi problemi intimi

11 Dic 2024 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Luigi Mangione italiano

Il caso di Luigi Mangione ha fatto il giro del mondo e ha diviso l’opinione pubblica. Il 26enne italo americano negli ultimi due anni aveva sviluppato un odio per il sistema sanitario statunitense, in particolare per le grandi società di assicurazioni e dopo essersi isolato da amici e familiari ha pianificato una sua personale guerra contro le corporation e il sistema capitalistico che le controllano. L’ingegnere una settimana fa è arrivato a togliere la vita al ceo di UnitedHealthCare, Brian Thompson e dopo giorni di ricerche, la Polizia l’ha arrestato mentre era in un Mc Donald (qui il video dell’arresto).

I familiari del ragazzo poche ore fa hanno rilasciato un breve comunicato: “La nostra famiglia è scioccata e devastata dal suo arresto, preghiamo per la famiglia di Brian Thompson e chiediamo di pregare per tutte le persone coinvolte. Al momento non abbiamo altro da dire e chiediamo di rispettare la nostra privacy“.

Luigi Mangione, un suo amico fa delle rivelazioni.

Raggiunto dal New York Times, R. J. Martin, che ha condiviso con Mangione una casa alle Hawaii per diversi mesi, ha fatto delle rivelazioni molto private. Il ragazzo ha dichiarato che Luigi gli ha confidato che dopo un’operazione alla schiena ha iniziato ad avere diversi problemi intimi.

“Posso dire che era un ingegnere brillante, un giovane intelligente, realizzato e ottimista. Una volta mi ricordo che mi disse di avere grossi problemi alla schiena dovuti alla recente operazione e che sperava di riprendersi un po’ alle Hawaii. Mi fece anche confessioni molto private. Mi disse che non gli era più possibile avere appuntamenti e avere intimità fisica con la sua condizione alla schiena. Ricordo che me lo disse, e il mio cuore si spezzò. Il dolore cronico alla schiena aveva un impatto su tutta la sua vita e per lui era un’ombra costante.

All’inizio del 2024 è un po’ sparito e ha smesso di rispondere a me e ad altri nostri amici. Sui social però era attivo, mesi fa su GoodReads ha fatto anche una recensione di un libro sul manifesto di Ted Kaczynski, l’Unabomber, l’uomo che diventò terrorista anarchico, terrorizzando gli Stati Uniti con i pacchi esplosivi. Su quel social ha scritto ‘È facile liquidare velocemente e senza pensare questo come il manifesto di un pazzo, per evitare i problemi scomodi che identifica. Kaczynski ha avuto il coraggio di riconoscere che la protesta pacifica non ci porta da nessuna parte e alla fine ha probabilmente ha ragione. Quando tutte le altre forme di comunicazione falliscono, la violenza è necessaria per sopravvivere, possono non piacere i metodi, ma per vedere queste cose dalla sua prospettiva non è terrorismo, è guerra e rivoluzione'”.

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