Gerardina Trovato sul rapporto incrinato con Bocelli: “Non mi vuole parlare”

18 Ago 2024 Anthony Festa • Tempo di lettura: 3 minuti

Trovato con Andrea Bocelli

Grazie ai video sui social Gerardina Trovato ha ricevuto un’ondata d’affetto da parte del pubblico, che si è stretto intorno all’artista di Gechi e Vampiri. La Trovato in un’intervista concessa ad Antonino Muscaglione ha spiegato di essere rimasta in ottimi rapporti con Renato Zero, mentre di aver perso i contatti con Andrea Bocelli, con cui ha inciso Vivere. Gerardina a Libera la Musica ha spiegato meglio cosa è successo con Bocelli, che pare non voglia più parlarle al telefono (almeno così dice lei).

“Con Andrea i rapporti col tempo si sono incrinati, adesso non vuole più neanche parlarmi al telefono, ci sono rimasta molto male. Con Renato, invece, siamo rimasti molto uniti. Ogni volta che sono a Roma, vado sempre a casa sua. Andrea in “Vivere” fa solo l’interprete. “Vivere” ce lo siamo inventati in sala d’incisione: il brano non nasce come duetto, il produttore ha pensato di mettere una voce e la scelta è caduta su Andrea, così è nato il duetto. – si legge su Libera la Musica – Poi, dopo aver venduto 55 milioni di dischi in tutto il mondo, ed essere diventato un’icona, ha pensato bene di non rispondermi più al telefono. Sono molto legata a Enrica Cenzatti, la prima moglie di Andrea. Viaggiava in seconda classe in treno, se lo portava in giro, lo imboccava con l’uovo sodo, non hai idea dei sacrifici che ha fatto questa donna”.

Trovato sull’incontro con Caterina Caselli.

“È stato bellissimo perché io ero molto emozionata, lei tranquilla, cercava di mettermi a mio agio e, ti racconto questa cosa divertente, aveva un frigo bar accanto pieno di Bellini e mi fa: ‘vuoi un Bellini?’ e le dico ‘no, io non bevo!’. Me lo ricordo, ero una ragazzina, dopo dieci minuti, te la faccio breve, quando mi sono bevuta tutto il frigo bar, non c’era più un Bellini. Mi sono seduta per terra, ti giuro, lei di colpo si è alzata per capire dove fossi finita, ho preso la chitarra e ho attaccato. Appena ho finito “Ma non ho più la mia città”, Caterina ha alzato il telefono per chiamare tutti i dirigenti della casa discografica. Ha detto ‘lasciate gli uffici, vi voglio tutti qui!’.

Con tutta la Sugar lì mi ha chiesto di ricominciare, ho fatto tutto l’album, si è rivolta alla Gibelli, la sua commercialista, e le ha chiesto di predisporre il contratto che fu entro un quarto d’ora sul tavolo”.

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