"Il marchio Chiara Ferragni mobilita decine di collaboratori e consulenti. Un gruppo organizzato, vigile. Per questo il caso del pandoro indigesto e della multa dell’Antitrust mi ha molto sorpreso. Ti chiedi come sia stato possibile, con tutti gli angeli custodi che Ferragni ha intorno. [...] Quasi 20 anni fa, il Daily Mirror pubblicò le foto di Kate Moss che prendeva della cocaina. La sua carriera di modella sembrava finita. Chanel, se non ricordo male, strappò il contratto per una campagna pubblicitaria. Poi tutto si sedimentò e Kate tornò a essere quello che era prima: una macchina da soldi”.
“Ci piaccia o meno, lei e Fedez sono la vera famiglia reale italiana. Con i loro scandali e le loro grandezze. E se Fedez ha un’autentica vocazione all’impegno civile, lei ha in mano un patrimonio di consenso che le permetterebbe di entrare in politica: come Berlusconi, come Trump negli Stati Uniti. Lei non mi ha mai detto che potrebbe candidarsi, ma da pubblicitario, però, ritengo che potrebbe arrivare fino alle massime cariche istituzionali”.E ancora:
“Gli influencer hanno fatto il buono e il cattivo tempo in una prima fase di autentico Far West. Adesso siamo nel post Far West: si intravedono delle regole, ma sono vaghe e forse inefficaci. Spetta all’Europa, al Parlamento, alle autorità di garanzia scriverne di credibili. Anche sulla beneficenza. Bisognerebbe fare come in Inghilterra, dove le donazioni comportano una trasparenza totale: su chi dona, su chi ottiene il ricavato, sui meccanismi che regolano l’operazione”.Insomma, secondo Francesco Taddeucci il brand Chiara Ferragni è vivo e vegeto e lo scandalo Balocco con tanto di multa dell'Antitrust potrebbe finire nella terza stagione di The Ferragnez, in pieno stile "las mujeres ya no lloran, las mujeres facturan".
Lo scambio di email fra Balocco e Ferragni finisce online https://t.co/HA5tq5r2vW
— BICCY.IT (@BITCHYFit) December 16, 2023