Eleonora Abbagnato incastra la sua persecutrice tramite un barattolo di marmellata

09 Set 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Eleonora Abbagnato

Eleonora Abbagnato da tempo aveva una persecutrice che si firmava sotto falso nome e che le inviava lettere minatorie.

“Mi sono sentita minacciata e lo stesso vale per la mia famiglia. Parlava della mia vita personale, dei miei figli, parlava di Dio. Ho chiesto a mio marito di tornare più spesso a casa. Ero stata male, mi sentivo sola, soprattutto quando uscivo dal teatro. Quando leggo la prima lettera, dove mi si accusa di voler distruggere il corpo di ballo, rimango molto scossa”.

La ballerina aveva ovviamente denunciato alla Polizia, ma essendo lettere anonime era partita una denuncia contro ignoti. Questo finché una ragazzina che studiava proprio nella compagnia di Eleonora Abbagnato non ha pubblicato su Facebook una foto di un barattolo di marmellata fatta in casa da sua mamma. E da lì, la svolta. Questo perché la scritta sopra il barattolo (“marmellata di ciliegie”) combaciava con quella delle lettere minatorie. Il sospetto dell’etoile si è poi trasformato in realtà secondo il perito del Tribunale che ha così potuto velocizzare il processo.

Le prime lettere della signora, una donna di 67 anni, risalirebbero al 2016. Il giudice l’ha ascoltata e nonostante si sia sempre dichiarata innocente il perito sostiene il contrario, per questo motivo è stata condannata a due anni di carcere per calunnia. Nella motivazione della sentenza si legge il movente della donna: “Si doleva della mancata attribuzione di ruoli rilevanti alla figlia ballerina“.

Incastrata involontariamente dalla figlia che ha pubblicato sui social la sua grafia.
Che storia.

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