Claudio Scazzi, il fratello di Sarah svela se ha risentito zio Michele ora che è uscito dal carcere

04 Dic 2024 Fabiano Minacci • Tempo di lettura: 2 minuti

Claudio Scazzi

Claudio Scazzi, dopo aver commentato sui social la serie Qui non è Hollywood, ha rilasciato una lunga intervista a FanPage dove ha parlato anche di suo zio Michele Misseri che da febbraio è tornato ad essere un uomo libero.

“Questi 14 anni sono stati anni molto lunghi, difficili. Le perdite non si assorbono mai del tutto. Quando si perde un familiare non si riesce completamente a passare oltre. Diciamo che si può convivere. Per me il modo per andare avanti è stato questo: impegnarmi in determinate cose, essere una persona seria per onorare chi non c’è più”.

Claudio Scazzi ha poi ricordato cosa faceva quel giorno della sparizione di sua sorella. “Ero appena rientrato a lavoro, ero stato in ferie in Puglia fino al 24 agosto. Avevo lavorato di notte, il mio turno finì verso le 7, feci colazione e andai a dormire, poi mi chiamò mia madre di pomeriggio dicendo che Sarah non si trovava e mi chiese se mi avesse contattato sul telefonino per dirmi se fosse successo qualcosa. Dal nulla fui catapultato in un mondo differente“.

Claudio Scazzi: “Mai più risentito mio zio Michele”

Il fratello di Sarah ha poi aggiunto:  “Le cose che più mi sono rimaste impresse sono state le testimonianze di Cosima, Sabrina e Michele. Sentire dal vivo le voci di quelle persone che avevano commesso il reato e cercavano di difendersi… Sono diverse le frasi che mi sono rimaste impresse“. E su suo zio Michele Misseri che era stato condannato a 8 anni di carcere per occultamento di cadavere (e ora è tornato in libertà dallo scorso 11 febbraio con un anno di anticipo a causa della buona condotta) ha dichiarato:

“No, non l’ho più rivisto. È tornato in libertà, ne hanno parlato tutti, ma era un fatto prevedibile, il calcolo della pena era quello. Michele ha cambiato circa 8 versioni, a volte con dettagli importanti, altre con dettagli insignificanti. Per me vale quello che si è detto nel processo. Chi ha seguito l’iter sa le motivazioni che ci sono state. Io, essendo a conoscenza di tutto, ho sempre giudicato la persona in primis e poi quello che dice”.

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