Chiara Iezzi e i retroscena sulla separazione dalla sorella Paola

23 Ott 2024 Anthony Festa • Tempo di lettura: 2 minuti

Chiara Iezzi sulla sorella Paola

Monica Setta nell’ultima puntata di Storie di Donne al Bivio ha ospitato Chiara Iezzi. La cantante ha parlato del libro scritto con Paola, ‘Sisters’, del ritorno al Festival di Sanremo, ma soprattutto dei retroscena sul periodo in cui si è dedicata ai progetti da “solista”. Chiara Iezzi ha spiegato come mai lei e Paola hanno sentito la necessità di separarsi artisticamente nel 2013.

Chiara Iezzi: “Eravamo terrorizzate prima di tornare”.

“La pausa ci ha permesso di trovare i nostri contorni personali e di riuscire a sviluppare anche altri modi per poterci esprimere. Sia lei che io abbiamo fatto varie cose. Per me ad esempio è stato importante il percorso attoriale.

Io e mia sorella abbiamo sempre condiviso gioie e dolori, ma siamo anche persone con due identità differenti. Quindi esprimerci autonomamente è stato un passaggio giusto. Ci siamo concesse questa pausa per poterci riprendere il senso del nostro valore personale che negli anni si era perso, in favore del duo. Nel duo c’era un’architettura, una regia. In due ci sono equilibri diversi. Questo ha condizionato in modo positivo molti anni di vita. Poi però come è normale che sia, il successo a volte va e a volte viene, nel momento in cui ci siamo sentite in crisi qualcosa è cambiato. Ad esempio a un certo punto ci mancava un contratto discografico.

Se il duo annulla un po’ le singole identità? Ma questa è una cosa che noi abbiamo accettato. Gli anni in cui ci siamo separate mi sono dedicata alla recitazione, era un ambito che mi ha sempre affascinato. Porte che si aprono e che si chiudono, questa è la vita. Le cose accadono anche per metterti alla prova e così capisci chi sei.

Negli anni lontana da mia sorella ho capito che per me era sempre esistito il duo e lì mi sono resa conto che sia io che Paola potevamo esprimere emozioni diverse. Poi dopo anni Sanremo ci ha riunite. Eravamo terrorizzate a tornare insieme. Avevamo paura che fosse percepita solo come un’operazione nostalgia. In realtà abbiamo portato la nostra contemporaneità ed è stato un successo più grande di quello che aspettavamo”.

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